GIUSEPPE TERRAGNI
Roma 22/05/2002



 
 

Giuseppe Terragni nasce nel 1904 a Como da una famiglia di costruttori.
I sui primo lavori sono l’Hotel Metropole sul lago di Como, con una pensilina in stile art-noveau sx; il Monumento dei Caduti ad Erba, un progetto paesistico dx; alcuni progetti di tombe studiate con particolare attenzione ai volumi e all’effetto del chiaroscuro.

Nel periodo di crescita di Terragni è particolarmente apprezzato in ambito accademico, ed in particolare dalla scuola milanese, Michelangelo. Con la pubblicazione del libro di Le Corbusier “Verso nuove architetture”, si aprono nuovi orizzonti e all’interno della scuola nasce il “Gruppo 7” , di cui lo stesso Terragni entra a far parte nel 1926 circa. Il gruppo pubblica vari articoli e poi partecipa ad alcune mostre come quella del Weissenhof. In questo stesso periodo entra a far parte del gruppo anche Libera, che poco più tardi organizzerà una “Mostra Razionale” in cui il termine fu usato per la prima volta. Ciò è ovviamente legato al nuovo regime fascista ed è con questi eventi che le proposte di Terragni avranno un cambiamento.
Lavora in questo periodo a vari progetti tra i quali: Edificio magazzino a Como, composto da quattro volumi diversamente assemblati; Novocomum è la prima architettura razionalista in Italia, in cui vi è una commistione di elementi tradizionali ed innovatori, il volume è infatti composto da un basamento, una parte centrale, un attico ed un tetto, quindi una forma classica che però, ed è qui che sta l’innovazione, si sviluppa al contrario creando così un’impostazione dinamica sx; Torre dei Caduti di Como dx.

È anche questa città che gioca un ruolo fondamentale nella formazione di questo grande architetto. È una città di provincia ricca in cui negli anni ’30 si crea un polo di pittori e designer che lavorano sul tema dell’astrattismo e l’architettura di Terragni è il centro di questo piccolo gruppo.
Sempre in questa città realizza: negozio Virtrum sx, giocato sulle trasparenze ed il suo capolavoro: la Casa del Fascio dx. Quest’ultima opera nasce nel 1928, posizionata in un’area d’espansione riprendendo l’idea dell’accampamento romano, un’idea quindi dove l’architettura domina la natura. In questo spazio inserisce un cubo quasi metafisico in cui risolve magistralmente il problema di come celebrare il regime. La bellezza è nel come partendo da un corpo statico come il cubo sia  riuscito a dare, organizzando la facciata non per piani orizzontali, ma per piani verticali, un’idea forte di dinamismo. Il prospetto è organizzato su vari piani, in profondità, ed in modo sempre diverso, riuscendo così grazie ad un forte gioco di chiaroscuri a conferire dinamicità all’edificio. Il risultato di quest’articolazione della facciata è la composizione di un volum astratto, nel quale alto e basso non sono distinguibili. La parte centrale dell’edificio assolve la funzione, fondamentale per l’edifico, di spazio per le adunate; gli altri spazi sono organizzati attraverso una divisione della pianta in tre fasce.

Nel frattempo realizza cinque case nelle quali la parte più interessante è sempre l’atrio. Casa Rustici a Corso Sempione, nella quale compie un’operazione anticorte ed antiatrio è stata la più difficile. La casa si muove per corpi isolati ed ottimizzati, organizzata su due stecche affacciate anche verso lo spazio interno non solo con spazi di servizio, ma anche con altre stanze. La facciata ricompone le due parti isolate tramite un grande telaio che funge da grande quinta urbana, a coronamento c’è una “villa” organizzata, ed è l’unica dell’edificio, su entrambi i corpi.

Oltre a numerose altre opere realizzate, Terragni ha partecipato anche a numerosi concorsi e “a causa” della fine del fascismo alcune delle sue opere non furono mai realizzate. Tra queste la più importante è il Danteum (1937), celebrazione architettonica della Divina Commedia di Dante Alighieri, un’architettura atipica, metaforica, che si sarebbe dovuto collocare lungo Via dei Fori Imperiali.

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